Il Diaframma: porta dell'anima

Il Diaframma: la porta dell'anima

Il Diaframma:

la porta dell’anima

 

Naturopata

Guido Parente

 

Nel corso dei miei studi di Naturopatia e della mia esperienza lavorativa, mi sono trovato a che fare sovente con il diaframma definito anche la “porta dell’anima”, a verificare come esso sia uno dei luoghi più comuni ove risiedano i cosiddetti blocchi psicosomatici.

Vari studiosi hanno affrontato questa tematica in maniera diversa, con spunti psicologici e comportamentali.

Wilhelm Reich, psichiatra viennese, allievo di Freud,  descrisse il blocco psicosomatico relativo al diaframma,  corazza muscolare o caratteriale.

Con il termine di "corazza", si indica l'ancoraggio bio-psicologico della repressione emozionale, o più semplicemente, come indica il termine stesso, lo scudo sia fisico che mentale dietro il quale la personalità (da "persona", maschera) si nasconde per proteggere l'individuo.

 La corazza ha la tendenza a "fossilizzarsi" e a non evolversi seguendo lo sviluppo dell'individuo durante il corso della propria vita.

È in questa fase che la corazza cessa di svolgere il suo ruolo primario di difesa e si trasforma in una mera "zavorra" che limita la libertà e la felicità dell'individuo.

Reich,  si esprimeva così: ”ogni tensione muscolare contiene la storia e il significato della sua origine”; infatti, fin dall’infanzia, ogni esperienza – traumatica e non - ogni pulsione repressa, corrisponde - a livello corporeo - ad un irrigidimento.

 Egli,  rielaborò le scoperte che il suo Maestro Freud fece sulla psicoanalisi della sessualità e delle nevrosi sviluppando il tema dell’energia orgonica, una forma di energia vitale che dovrebbe scorrere liberamente lungo tutto il corpo e che trova la sua massima espressione nella sessualità.

 Se questo non avviene, ossia se la capacità di desiderare e di godere viene repressa od ostacolata (attraverso le pressioni esterne e le tensioni interne), allora subiremo forme di angoscia, inibizioni e blocchi.

 La somatizzazione di queste tensioni, che Reich definisce “blocchi energetici”, andranno via via a formare la cosiddetta “corazza caratteriale”, una specie di armatura che limita i nostri sentimenti e la nostra libera espressione; una corazza che - in chiave positiva - potrebbe costituire una corazza protettiva, ma che, in realtà, ci blocca e ci limita.

 La corazza caratteriale e muscolare, costruita quindi per evitare il dolore, finisce per impedire all’essere umano anche di provare piacere: se vogliamo, un grande “non sense”.

 Quando nel nostro corpo compaiono troppe “zone morte”, ove l’energia non fluisce liberamente, il corpo stesso, nella sua integrità, finisce per diventare debole e vulnerabile.

Se l’energia è bloccata, se a causa di questi blocchi essa non può fluire liberamente, allora diventa stagnante, distruttiva e può essere essa stessa causa di maggiore esposizione alle malattie.

 

I sette Segmenti Corporei

 Wilhelm Reich suddivise il corpo umano in sette segmenti corporei ove, in ognuno di essi, l’energia si potrebbe bloccare:

 1. segmento oculare;

2. segmento orale;

3. segmento cervicale;

4. segmento toracico;

5. segmento diaframmatico;

6. segmento addominale;

7. segmento pelvico.

 

Analizzando ognuno di questi segmenti, ad un Osservatore esperto traspare come sia facile decodificare i messaggi che il corpo emana e come, tramite le vibrazioni della Pranoterapia e delle Campane Tibetane, vi sia la possibilità di smuovere questi blocchi energetici che si possono venire a creare.

 Segmento oculare: in questo segmento è contenuto il cervello, deputato al coordinamento delle funzioni vitali. Si evidenzia con uno sguardo vuoto, fisso, spento, che può trasformarsi in uno sguardo vivo, attento alla realtà e alle emozioni.

 Segmento orale: collegato alla muscolatura della bocca, della gola e della lingua. Si evidenzia con emozioni collegate al pianto e alla rabbia. 

Segmento cervicale: comprende il collo e, come dice il nome stesso, la cervicale ed è la zona principe di tensioni muscolari importanti. Si evidenzia con il pianto e l’”ingoiare” situazioni pesanti.

 Segmento toracico: comprende i muscoli del petto, delle spalle e gli intercostali. Si evidenzia con il blocco emozionale che porta, a sua volta, ad un blocco della respirazione e delle emozioni.

Segmento diaframmatico: segmento cardine, posto esattamente a metà del nostro corpo, comprende stomaco, fegato e plesso solare. Si evidenzia dalla chiusura dello scorrimento energetico nelle due metà del corpo umano.

 Segmento addominale: posto nella muscolatura addominale, è il nostro terzo chakra. Si evidenzia con il trattenere le emozioni più profonde e viscerali.

 Segmento pelvico: il blocco di questa parte del nostro corpo, relativa agli organi genitali, che irrigidisce il bacino ed impedisce lo scorrimento delle energie sessuali, è spesso collegato e/o accompagnato a patologie sessuali.

 

 

Il corretto lavoro del muscolo diaframma può giovare a ognuno di noi ed entrando nel particolare troviamo un miglioramento a livello di:

 

ü  Respirazione e ossigenazione

ü  Stress e ansia (utile anche a livello psicologico)

ü  Rilassamento e meditazione

ü  Postura

 

In molte più persone di quello che si possa pensare questa proporzione viene completamente sfalsata, invertita o peggio (in caso di blocco diaframmatico).

 

Avere un diaframma poco funzionante, salvo che voi siate in gravidanza dove risulta normale, può portare molti problemi in diversi ambiti della salute: parliamo in generale di stress, mal di schiena, dolore cervicale,  stitichezza, gastrite, e altre problematiche causate ad esempio dalla contrazione scorretta e dal mancato movimento dei visceri.

 

Non a caso molte discipline olistiche come lo yoga, la meditazione concentrano molta attenzione sulla corretta respirazione per poter raggiungere il benessere desiderato.

 

Il lavoro sulla respirazione e sul diaframma viene molto spesso utilizzato con successo anche in ambito psicologico per migliorare stati di ansia e l’emotività.

 

Il principale muscolo coinvolto nell’atto respiratorio è il diaframma, rappresentato come una cupola che divide la cavità toracica da quella addominale.

Ha collegamenti superiori con polmoni e cuore, inferiori con fegato e stomaco, con inserzioni sulle prime vertebre lombari e sulle ultime coste.

Attraverso il diaframma passa la vena cava inferiore (per il drenaggio degli arti inferiori), l’esofago (digestione) e l’aorta addominale (che irrora il cuore).

Con il suo movimento, esso, rispecchia il nostro stato d’animo, le nostre emozioni e, dati i suoi intimi rapporti con le catene muscolari, dipingerà i contorni della nostra postura.

Il diaframma riveste una grande importanza sul piano emozionale, ed è vero che esistono dei modi di dire caratteristici per definire un grosso stress emotivo :” mi è mancato il respiro”, oppure “ho ricevuto un pugno nello stomaco”, quindi gli shock emotivi, così come quelli fisici, condizionano inevitabilmente questa struttura e possono essere memorizzati dai tessuti.

Le emozioni sono intimamente connesse con il respiro, con il diaframma, con gli atteggiamenti e le espressioni.

 E, dato che il diaframma è anche un epicentro per le catene muscolari, ogni problema posturale, ogni trauma, disagio, dolore, etc, si rifletteranno in lui, modificando i suoi ritmi ed alterando la sua forma.

Guido Parente Naturopata

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